Ernesto Bergagna


Ernesto Bergagna e le pitture del Santuario del Boden di Ornavasso.

L’attività artistica di Ernesto Bergagna (1902-1991), benché cospicua e significativa per l’arte religiosa novecentesca, tanto da essere celebrata dalla mostra antologica Il colore dell’invisibile, tenutasi a Udine nel 2005, e dalla pubblicazione dei tre volumi La preghiera rappresentata (e disponibili c/o la Scuola del Beato Angelico di Milano), resta ancora poco conosciuta al pubblico, forse per una sua intrinseca motivazione. Bergagna, massimo esponente della Scuola Beato Angelico di Milano, è un artista anomalo che non esponendo nelle gallerie d’arte, non concorrendo alle collettive ed ai concorsi promozionali, quindi non figurando nel mercato dell’arte è rimasto a lungo nell’ombra.

Delle sue opere, sparse in tutt’Italia e principalmente in Lombardia, Piemonte e Friuli, rivestono particolare importanza il poema dell’Immacolata (Maria e la Redenzione), dipinto sulle pareti della cappella dei teologi, nel Seminario Pio XI a Venegono (1941-1944), e il Cantico dei colori di Maria, ciclo pittorico costituito da 60 tavole conservato a Milano (presso la Scuola Beato Angelico).

Bergagna, friulano di nascita (nasce a Bressa di Campoformio, in provincia di Udine) e con spiccata attitudine al disegno, viene avviato alla pittura per interessamento del nonno materno, Clemente Zuliani. La sua prima formazione artistica la compie ad Udine, con il pittore Leonardo Rigo, presso le scuole serali “Giovanni da Udine” (1015-19). La sua carriera artistica si plasma significativamente a partire dal 1922, quando giunge a Milano in occasione della fondazione della Scuola B. Angelico.

Interpretando pienamente gli ideali di Mons. G. Polvara (1884-1950), che aveva concepito il programma di una scuola bottega e quello di una corporazione religiosa ispirata alla regola benedettina secondo il motto orando labora, Bergagna diviene, a partire dal 1936, maestro di pittura, di copia dal vero e di figura e successivamente aderisce, in qualità di fratello laico, alla Famiglia Beato Angelico.

Tutta l’opera di Bergagna è inscindibile dalla sua religiosità ed espressione di quel dibattito europeo sul rinnovamento dell’arte cristiana che ha visto sorgere, agli inizi del Novecento, comunità di artisti credenti impegnati nel recupero dell’essenza religiosa dell’arte. Il percorso artistico di Bergagna si sviluppa come preghiera recitata con i colori ed i pennelli: ispirandosi alla tecnica divisionista perché ritenuta idonea ad esprimere la spiritualità in quanto permetteva di realizzare, immergendola nella luce, quella trasfigurazione della realtà naturale che consentiva di rendere in qualche modo visibile lo spirito e il soprannaturale, ne forniva un’interpretazione rinnovata nelle spirali del cromatismo e del simbolismo.

Relativamente alla produzione artistica di Bergagna nella Provincia di Verbania, si segnalano la Cappella Beata Caterina da Pallanza e Beata Giuliana nella chiesa di S. Leonardo a Pallanza (1937-38) e la decorazione del Santuario della Madonna del Boden ad Ornavasso, eseguita in collaborazione con Gianella e fra Armando. Le pitture del Boden, realizzate nel periodo estivo, tra il 1953 e il 1956, rappresentano alcuni episodi della vita di Maria e le Litanie della Beata Vergine Maria.

Nel lavoro presso il Santuario del Boden, Ernesto Bergagna confermava la sua metodologia didattica fondata nel rapporto scuola-lavoro, secondo l’ideale del Polvara: durante l’anno accademico di insegnamento elaborava, con i suoi studenti, bozzetti e cartoni delle grandi opere che poi andava ad eseguire nelle chiese durante l’estate. Nelle lunette della navata centrale del Santuario del Boden figurano: LAnnunciazione, La presentazione di Gesù al Tempio (di cui si conserva il bozzetto presso la Scuola del Beato Angelico di Milano), Gesù tra i Dottori, Le nozze di Cana, Maria ai piedi della croce, La discesa dello Spirito Santo; nel catino è invece rappresentata LIncoronazione della Vergine mentre negli spicchi vi figurano le virtù cardinali.

Nel coro del Santuario è dipinto il trittico rappresentante la sena del miracolo del Boden: la fanciulla Maria Della Torre addormentata, poi davanti alla cappelletta avvolta dalla lue misteriosa con il gregge attorno ed infine la discesa a valle e l’incontro con i parenti.

Carattere distintivo della produzione artistica di Bergagna è il costante interesse per il paesaggio: è noto che l’artista amava raccogliere fotografie e illustrazioni di paesaggi, bambini, animali, fiori e persino francobolli in funzione della sua produzione religiosa. L’attenzione alla natura si traduce in un catalogo simbolico delle specie vegetali che assurgono a testimonianza di fede e non semplice ornamento della scena raffigurata. I soggetti dipinti divengono portatori di un significato metafisico così che la sua arte non risulta essere tanto didascalica o narrativa, quanto piuttosto una catechesi mistagogica, traduzione visibile o sensoriale dei misteri celebrati.

L’attenzione al creato è presente in molte delle pitture del Boden: ricorrenti sono la rosa e il giglio che rimandano a significati iconografici; singolare è l’impiego degli alberi nella scena dell’apparizione della Vergine a Maria Della Torre, utilizzati non solo come elemento divisore delle scene rappresentate ma anche quale soluzione prospettica che concorre a focalizzare l’attenzione sul miracolo rappresentato. L’immagine è fondata sulla luminosità che si irradia dalla Vergine con il Bambino che illuminando anche il gregge, crea dei giochi di luce e ombra. Da notare la mucca con il manto pezzato dal disegno della carta geografica dell’Europa, forse allusione alla firma del Trattato di Roma (25/03/1957) per l’istituzione della CEE e dell’Euratom. Le pitture dedicate alle storie della Vergine Maria presentano, quale elemento comune, l’accentuato cromatismo e la propensione geometrizzante come nella scena dell’Inconorazione della Vergine dove il geometrismo delle forme rimanda a significati simbolici conferendo assoluto equilibrio alla composizione.

L’eco del Simbolismo, riproposto secondo un’interpretazione cristiana che rende astratto il concreto ed attribuisce corposità agli atteggiamenti spirituali, è particolarmente evidente nella rappresentazione delle Litanie della Beata Vergine Maria, presente sulle volte delle navate. Ad ogni vela corrisponde un’invocazione alla Vergine, riprodotta da un cartiglio esplicativo e da una raffigurazione di dimensioni piuttosto modeste che restituisce un’arte che è simbolo nel simbolo.

Il tema è tra i più studiati da Bergagna: tra il 1930 e 1950 l’artista ha realizzato un ciclo pittorico di 60 tavole a olio, noto come il Cantico dei colori a Maria, che illustra le invocazioni in onore e a supplica alla Santa Madre di Dio recitate in conclusione al Santo Rosario. L’opera, conservata alla Scuola Beato Angelico di Milano, è una serie indivisibile e unitaria, benché rielaborata dalla prima intuizione, e si sviluppa in una progressione cromatica e tematica: ciò che lega tra loro tutte queste raffigurazioni è la successione del colore dominante che varia dal proemio alla conclusione secondo lo spettro della luce, dai gialli ai rossi, ai violetti, agli azzurri, ai verdi. I colori sono chiamati a tessere la lode a Maria: il colore si accorda con la successione delle invocazioni, dalle dorate prerogative fondamentali, alle virtù esteriori e umane nella gamma dei rossi, ai violetti delle virtù interiori.

Molte testimonianze relative all’attività pittorica di Bergagna sono conservate a Milano, presso la Scuola del Beato Angelico che ha recentemente intrapreso la catalogazione e l’analisi delle opere: anche l’iniziativa della comunità di Ornavasso si configura come momento di riflessione e di rivalutazione dell’artista, il cui merito non è ancora stato ancora pienamente riconosciuto.

Bibliografia di riferimento:

La preghiera rappresentata di Fr. Ernesto Bergagna, voll. I-III, Numero speciale di Arte Cristina, Milano, 2002-2004.

Link di riferimento:

www.scuolabeatoangelico.it

http://www.mondocrea.it/itartisti-51/

https://www.seminario.milano.it/news_seminario/la-visione-dellimmacolata-concezione-10145.html